LA PROMESSA ANTICIPAZIONI: CRUZ UMILIA JANA IL GIORNO DELLE NOZZE
La mattina del matrimonio, La Promessa si svegliò avvolta da una luce diversa, una luce che sembrava annunciare qualcosa di irripetibile. I campi intorno alla tenuta erano immersi in una foschia delicata, come se perfino la natura volesse trattenere il respiro davanti a un giorno destinato a cambiare per sempre la vita dei protagonisti. Iana, chiusa nella sua stanza, fissava lo specchio con un misto di incredulità e ansia; il volto che le restituiva quell’immagine non era più solo quello di una domestica, ma di una sposa pronta a varcare una soglia proibita. Il vestito bianco le scivolava addosso come una seconda pelle, accentuando le cicatrici del passato, i ricordi di Dolores, del fratello Curro, delle notti insonni passate a chiedersi se la sua vita sarebbe mai appartenuta a qualcosa di diverso dalla vendetta. Tuttavia, il pensiero che Manuel l’attendesse all’altare riusciva a scaldarle il cuore con una dolcezza capace di far tremare l’anima, un piccolo spiraglio di gioia in mezzo alle ombre del passato.
Nel frattempo, Cruz percorreva i corridoi della villa con passo misurato, ogni gesto studiato per celare la tempesta che ribolliva dentro di lei. Era il giorno che aveva sempre temuto: suo figlio, l’erede dei Luyan, stava per legarsi a una donna che considerava inferiore, un’estranea entrata in casa come semplice sguattera. La marchesa aveva tentato ogni possibile strategia, aveva complottato, affidato a Petra l’incarico di impedire la celebrazione, ma ora, a poche ore dall’inizio, si ritrovava impotente davanti all’inevitabile. Quando Petra annunciò con il volto trafelato che il prete era fuggito, Cruz fissò la donna con occhi di ghiaccio senza alzare la voce, promettendo che quel matrimonio non sarebbe stato mai una vittoria per Yana. Ogni parola era carica di un odio glaciale, un veleno silenzioso destinato a infiltrarsi nella felicità appena conquistata dalla giovane.
In chiesa, Manuel attendeva con un’emozione pura che lo rendeva diverso da tutti gli altri uomini del suo rango, lontano dalla rigidità dei Luyan, vicino alla leggerezza di chi può vivere secondo il proprio cuore. Accanto a lui, Alonso osservava in silenzio, orgoglioso ma incapace di manifestarlo. Quando Yana comparve all’ingresso, camminando al fianco di Lorenzo, imposto da Cruz come cavaliere, lo sguardo della marchesa era un coltello nascosto dietro il ventaglio, pronto a trafiggere con disprezzo ogni passo sicuro della giovane. La cerimonia si svolse tra lacrime, silenzi e applausi trattenuti; le parole del sacerdote sembravano scolpite nella pietra della chiesa mentre Manuel e Yana pronunciavano il loro sì. Cruz, pur mantenendo un volto di finta commozione, non poteva nascondere il giuramento di odio eterno che vibrava dietro il sorriso. Il regalo simbolico della rosa, porgendo parole come “Per me resterai sempre una sguattera!”, fu una lama invisibile che colpì Yana al cuore, trasformando il giorno del trionfo in un preludio di guerra silenziosa.
Il ricevimento continuò tra brindisi, balli e discorsi carichi di emozione, mentre Cruz osservava ogni gesto dei novelli sposi con calcolo e ostilità. Manuel celebrava pubblicamente Yana, raccontando come le sue azioni avevano cambiato la sua vita, senza sospettare che le parole di sua madre le avevano già inoculato un veleno invisibile. Yana, pur sorridendo e partecipando alla festa, custodiva dentro di sé la ferita delle parole di Cruz, un ricordo che si insinuava tra le risate e i complimenti degli invitati. Le piccole ferite lasciate dalle spine della rosa erano simboli tangibili del rancore materno, mentre lei cercava di trasformare quel dolore in resilienza, consapevole che il matrimonio, pur essendo un trionfo d’amore, segnava anche l’inizio di un conflitto inevitabile.
La notte calò sulla tenuta e con essa il silenzio irreale della pace temporanea. Yana, ancora con l’abito da sposa addosso, rifletteva davanti allo specchio sulla fragilità della felicità conquistata. Manuel le stava accanto, ignaro della profondità dell’odio che sua madre nutriva, promettendole protezione e amore eterno. Cruz, chiusa nel suo studio, sorseggiava vino tra i ricordi della giornata, pianificando nuove strategie per riaffermare la sua autorità, mentre la rosa spezzata sul tavolo diventava il simbolo di una guerra ancora in corso. Tra le ombre della notte e la dolcezza dei momenti condivisi, Yana comprese che il vero prezzo della felicità era la consapevolezza che la battaglia non era finita: ogni sorriso, ogni gesto d’amore sarebbe stato osservato, scrutinato, sfidato da chi non avrebbe mai accettato la sua ascesa. Ma, in quel fragile equilibrio, la promessa di restare insieme, Manuel e Yana, diventava la loro ancora, il loro scudo contro un destino che continuava a lanciare ombre minacciose sulla loro felicità.